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Risurrezione di Cristo

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 - Evidenza Indiretta
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(Leggi Risurrezione di Cristo Parte 1 Prima)

Risurrezione di Cristo: l’Impatto sui Suoi Seguaci
L’evidenza indiretta più forte per la risurrezione di Cristo riguarda la trasformazione dei suoi discepoli. Al momento della morte di Gesù i discepoli erano tutti fuggiti (solo Giovanni era presente alla crocifissione), impauriti (Pietro rinnegò Cristo tre volte per paura di essere associato con lui) e scettici (i due discepoli sulla strada di Emmaus dubitavano anche mentre parlavano con Gesù; Tommaso chiese una prova fisica prima di credere). Sembra molto improbabile che un gruppo in tali condizioni riuscì improvvisamente a cambiare radicalmente e dare vita ad una chiesa che esiste ancora oggi. Questa trasformazione è molto più plausibile se si basa su un’esperienza fatta con il Cristo risorto. Che cos’altro potrebbe spiegare il coraggio e la franchezza di un gruppo che inizialmente si nascose in segreto (Giovanni 20:19)?

Altre evidenze indirette si trovano nell’enfasi della predicazione apostolica. Invece di focalizzare su qualche insegnamento dal Sermone sul Monte di Gesù per esempio, essi proclamarono la risurrezione di Cristo. Infatti, a poche settimane dalla morte di Cristo, gli apostoli “con grande potenza… testimoniavano della risurrezione del Signore Gesù” (Atti 4:33). Incontri ripetuti con il Cristo risorto forniscono la spiegazione migliore per la presenza dominate di questo tema.

Mentre gli apostoli proclamavano la risurrezione di Cristo, la chiesa primitiva crebbe velocemente. Se fossero stati solo una setta del Giudaismo – una religione tenacemente vincolata al monoteismo – sarebbe sorprendente trovarli nell’esaltare lo stato divino di Cristo, nel pregare a lui come Signore e nel battezzare nel suo nome! La risurrezione corporea di Cristo, insieme alla venuta dello Spirito Santo è, ancora una volta, la spiegazione migliore di questi fatti.


La risurrezione di Cristo: rispondere alle obiezioni
Molte obiezioni sono state sollevate contro la veridicità delle cronache della risurrezione. Anche se alcune sono state già affrontate brevemente in questo articolo, ce n’è ancora un’altra che è abbastanza comune e che merita attenzione.

Le cronache della risurrezione si contraddicono. Se questa è un’obiezione che hai sentito, o che hai contemplato anche tu, puoi pensare ad alcune contraddizioni specifiche? Se non riesci, ricorda che un’obiezione che non ha un sostegno specifico non è altro che un’affermazione! L’onestà intellettuale richiede che obiezioni di questo tipo, se devono avere qualche valore all’interno di un dibattito, devono essere sostenute da esempi.

Supponendo tuttavia che questi esempi sono presenti, bisogna considerarli con maggiore attenzione. I brani principali in questione sono Matteo 28, Marco 16, Luca 24 e Giovanni 20-21 con alcuni racconti aggiuntivi in Atti e in 1 Corinzi. Un esercizio utile, a prescindere dal tuo interesse nell’armonizzare queste cronache, è di tentare di paragonare da solo ogni brano agli altri. Diventa piuttosto chiaro che, sebbene i racconti differiscono in alcuni dettagli minori, non si contraddicono in alcun senso obiettivo del termine. Infatti i racconti sono complementari, e sembrano concordare e divergere naturalmente come succede con qualsiasi cronaca indipendente qualora fosse prodotta da testimoni oculari turbati da un’esperienza traumatica. Un esempio può essere utile a dimostrare questa natura complementare. Matteo 28:1 indica che Maria Maddalena fu la prima a vedere il Cristo risorto, mentre Paolo, in 1 Corinzi 15:5 afferma che Pietro è stato il primo testimone della risurrezione. Questa contraddizione apparente è facilmente risolvibile quando si comprende adeguatamente lo scopo del racconto di Paolo. In questa lettera particolare egli sta difendendo la risurrezione da un punto di vista legale e ufficiale, e quindi fornisce una lista ufficiale di testimoni (in quel contesto culturale le donne non potevano essere incluse in questo tipo di lista, dato che non le era concesso di testimoniare in corte). E’ naturale dunque che egli menziona Pietro come il primo testimone ufficiale della risurrezione.


Risurrezione di Cristo: Conclusione
La discussione appena fatta è solo un breve trattamento delle evidenze a favore e delle obiezioni contro la risurrezione fisica e storica di Cristo. Speriamo di aver presentato un approccio utile per trattare altre eventuali obiezioni (come ad esempio la risurrezione non-fisica, o le apparizioni del Cristo risorto come semplici visioni). Ricorda che la prima reazione deve partire da una considerazione obiettiva e onesta alle cronache storiche stesse. Forse un approccio di questo tipo di porterà un passo più vicino a “credere con il cuore che Dio lo ha risorto dai morti”!

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